Camera Oscura

3Dzione- di Andrea Liquori

Quando si parla di 3D si pensa al futuro, magari ai semplici supporti, un TV panoramico, occhiali, cinema o ad un film in particolare ma, non di certo alla fotografia e per di più in bianco e nero e di soggetti naturali. Quando si sperimenta, si mettono a confronto due concetti diametralmente opposti per vedere cosa succede.
 
Se hai un paio di occhialini 3D puoi andare in un angolo del Salento prima di ques'estate, anche molto prima...


Alcuni anni fa, dopo aver visto avatar in 3d nel mio adorato cinema, finito il film e riaccese le luci in sala scoprì che non stavo per niente bene.  stentavo ogni passo, ogni gradino, non riuscivo a percepire le reali distanze, ero solo e tornare a casa non fu facile, da allora non ho più visto un film in 3d e mai più ne rivedrò uno.

il malessere durò più di due ore e nei giorni a seguire cominciai a leggere siti e riviste per capire l'origine di quella bruttissima sensazione. fortunatamente avatar aveva infiammato la rete e alcune riviste con l'argomento 3d e non fu difficile capire il funzionamento dei diversi tipi di processi che portano alla magia del cinema in 3d.

così mi appassionai e fui sorpreso nel sapere che il 3d nasce quasi in contemporanea con la fotografia e che il cinema ha vissuto varie epoche in cui il 3d sembrava fosse il futuro nelle sale per poi quasi scomparire. l'effetto avatar si ripete ciclicamente dai lontani anni sessanta, dopo avatar sembrava quasi che tutti i film a breve sarebbero stati girati in tre dimensioni, almeno quelli d'azione, horror e documentari di grande effetto grafico. ma a distanza di alcuni anni, ancora una volta, a casa e al cinema prevale il buon vecchio 2d. 

mi diverte pensare che da un malessere ho imparato tanto su un argomento e che pur non avendo attrezzatura adeguata e professionale, riesco comunque a scattare foto con un discreto effetto 3d.

girare un film in tre dimensioni  rispetto alle riprese di un film comune è certamente più complesso e costoso, i cinema poi devono essere attrezzati con schermi ad altissima definizione, i biglietti costano di più e lo spettatore deve indossare scomodi occhiali, eppure funziona! perché? credo per lo stesso motivo che spingeva i primi fotografi che all'alba della fotografia realizzavano stampe 3d..... sognare......., sognare di entrare in una foto, affacciarsi in un mondo al di fuori della nostra realtà, oppure in un determinato momento del passato, quando forse si era più felici, più giovani o per riabbracciare persone che ormai non ci sono più.


Andrea Liquori - photographer


le mie esperienze.

mi chiamo Andrea Liquori, mi piace fotografare e ho avuto la fortuna di essermi appassionato allo scatto in un periodo della mia vita in cui vivevo all'estero. Era il 2003, il digitale non dominava ancora il mercato fotografico e accompagnato da un buon amico e maestro, imparavo a fotografare di notte sulle rive di uno splendido Tamigi, tra le montagne della Scozia e le foreste incantate del Galles. Le diapositive di quel periodo non sono certo artistiche ne possono essere esposte in una mostra ma per me resteranno le più belle foto della mia vita. Mi rendo conto di quanto sia stato bello scoprire la mia passione in luoghi e scorci che sembrano nati allo scopo di essere fotografati.

Il passaggio al digitale non è stato bellissimo per me, ancora provo tanta nostalgia per i rullini Velvia 50 e il fascino delle diapositive, ma il digitale mi ha dato modo di sperimentare tanto e a costo zero e soprattutto di accostarmi  facilmente a tecniche come il 3D e i time-lapse.

Per molti anni ho suonato la batteria in un gruppo Grindcore e pur essendo le mie, due passioni diverse tra loro, hanno in comune un fattore fondamentale: lo scandire del tempo, frazionato, accelerato o rallentato ma, al momento giusto.

Apparentemente oggi la fotografia è nelle mani di tutti, ma non esisterà mai una app capace di raccontare una storia in un singolo scatto.